#OBIETTIVOMASACCIO2018

#OBIETTIVOMASACCIO2018

17.11
02.12

    

la nostra prospettiva

Cosa, Dove e Quando

L’associazione Fotoclub il Palazzaccio di San Giovanni Valdarno è impegnata da anni nella divulgazione della cultura fotografica nel nostro territorio.

In particolare negli ultimi anni, con la promozione dell’evento fotografico “Obiettivo Masaccio”, l’associazione si è impegnata a creare un’ occasione di condivisione attraverso il linguaggio fotografico su tematiche differenti e dall’elevato valore storico, sociale e culturale e artistico.

Un evento rivolto non solo agli appassionati di fotografia, ma a coloro che sono sensibili all’arte nei suoi diversi mezzi e nelle sue molteplici forme, nonché a tutti gli abitanti del nostro territorio.

I fotografi del nostro tempo possono darci “prospettive” diverse su diverse tematiche, poiché la fotografia è un potente mezzo di espressione e le prospettive, ricordiamolo, sono il filo conduttore della nostra iniziativa il cui titolo – Obiettivo Masaccio - fa riferimento proprio al padre della prospettiva.

Per l’edizione 2018, che si svolgerà dal 17 novembre al 2 Dicembre 2018, sarà ospite principale il fotografo romano Valerio Bispuricon la mostra dal titolo “ENCERRADOS” all’interno della Pieve di San Giovanni Battista a San Giovanni Valdarno.

Encerrados è un toccante reportage fotografico incentrato su uno straordinario lavoro di indagine sulla condizione della persona nelle carceri dell’America Latina, durato ben 10 anni, che ha portato il noto fotoreporter romano in ben 74 carceri sudamericane.

Saranno inoltre nostri ospiti con esposizioni in altre sedi e con progetti fotografici diversi per tematiche, caratteri, e linguaggio, la fotografa Italiana Monica Bonacina con il suo lavoro “marEmosso”, il fotografo americano Stephen McMennamy con “Combophoto” ed infine il lussemburghese Aurelien Ernst con la sua mostra “AMORica Latina”.

Inaugurazione mostre

Sabato 17 Novembre ore 17.00
Pieve San Giovanni Battista


MasterClass di Valerio Bispuri

Sabato 17 Novembre ore 17.00
Pieve San Giovanni Battista


Incontro con gli autori

Monica Bonacina e Aurelièn Ernst
Domenica 18 Novembre
Casa Giovanni Mannozzi

Workshop

Workshop

SHOOT per info scrivi a info@fotoclubpalazzaccio.it

Orari mostre

Lunedì—Venerdì

17.30—19.30

Sabato

 10.30—12.30 / 16.00—20.00

Domenica

10.30—12.30 / 16.00—20.00



INGRESSO LIBERO

VALERIO BISPURI “Encerrados”

"Encerrados" è un lungo viaggio durato 10 anni in 74 carceri di tutti i paesi del Sudamerica; un percorso nato dal desiderio di raccontare un continente attraverso il mondo dei detenuti. Le carceri come riflesso della società, come specchio di quello che succede in un paese: dai piccoli drammi alle grandi crisi economiche e sociali. La prigione è una comunità, un non-luogo in cui si vive ogni giorno con ritmi e spazi precisi, in condizioni spesso al limite dell'umano, come quando si dorme in 18 in una cella per 4 persone e il bagno è solo un buco in un corridoio. Ogni carcere è stata l'immagine di un mondo visto da dentro e da fuori, scoprendo luci lì dove tutto sembra spento e dove il riflesso della violenza e dalla vitalità si contrappongono in un unico segmento che è poi la storia del Sudamerica. Il racconto fotografico di Bispuri ci fa entrare dove nessuno entrerebbe se non fosse costretto: nel mondo dei rinchiusi. Ci fa vedere attraverso le sbarre di metallo, dietro le recinzioni e nei cortili circondati dalle mura, dentro le celle, nei corridoi bui e stretti. Ci fa entrare nelle latrine. Ci mostra i volti dei detenuti, si muove tra quelli più pericolosi del Sudamerica, nei reparti dove nemmeno le guardie entrano più. Come nel padiglione numero 5 del carcere di Mendoza in Argentina, in cui per entrare Bispuri firma un documento concui si assume tutta la responsabilità della propria decisione. Entra senza nessuno che lo accompagni e con le gambe che gli tremano, come racconta lui stesso. All’interno del Padiglione numero 5 ci sono novanta detenuti, i più violenti di tutti. Ma nessuno gli farà del male, anzi gli mostrano cosa fotografare e chiedono di raccontare cosa ha visto, le condizioni spietate in cui sono costretti a scontare la loro pena. Valerio Bispuri lo fa, organizza una mostra e svela agli occhi dell’Argentina la polvere nascosta sotto il tappeto. Mette a fuoco l’umanità dei prigionieri in cui chiunque può riconoscersi, costringendo a guardare con gli occhi spalancati un atto di disumanità perpetrato in nome dello Stato. Grazie a lui e Amnesty International il Padiglione numero 5 verrà chiuso. “Encerrados non è un lavoro sulle carceri; è un lavoro sulla libertà perduta, sulla libertà mai avuta”, scrive Roberto Saviano e continua, “l’obiettivo di Bispuri era puntato sulla mancanza di libertà che spesso precede e segue la vita di chi finisce in prigione. La mancanza di libertà, e quindi di scelta, è ciò che ha condannato le migliaia di detenuti che Bispuri ha raccolto con il suo obiettivo”. La mancanza di libertà in Ecuador, in Argentina, in Cile, in Uruguay, in Brasile, in Colombia in Venezuela che sono poi i paesi in cui Valerio Bispuri va a visitare le carceri, va a indagare. In 10 anni di lavoro, foto dopo foto Bispuri ha avuto la possibilità di capire molte cose sulle regole di questo ambiente chiuso, le leggi che lo abitano; ha avuto la possibilità di vivere sulla propria pelle l’esperienza del carcere attraverso il contatto con migliaia di detenuti e di guardie, spinto sempre dal desiderio di raccontare, e quindi di conoscere studiare analizzare, un continente attraverso il mondo dei detenuti. “Le carceri sono un riflesso della società, uno specchio di quello che succede in un paese, dai piccoli drammi alle grandi crisi economiche e sociali” scrive Bispuri all’interno del suo libro, nel racconto del suo lungo viaggio nelle carceri.
VALERIO BISPURI - Encerrados
MONICA BONACINA “marEmosso”

Sono nata e vivo sulle sponde del Lago di Como, terra del nord italiano, dagli orizzonti solidi e verticali. Non sono una fotografa professionista e non vorrei esserlo: adoro il senso di libertà e leggerezza che mi dà l’essere semplicemente un’esploratrice appassionata e curiosa. Qualche anno fa persone care mi hanno caldamente invitata a divulgare le mie immagini ad un pubblico che non mi (e non le) conoscesse, a cimentarmi in una ricerca espressiva più attenta e meno timida. Perplessa e impaurita, ho ubbidito. Alcuni incontri importanti, con fotografi, stampatori e curatori professionisti, hanno poi segnato il mio percorso: persone che stimo, a cui sono affezionata ed anche grata, per avermi formata e spronata, per avermi dato fiducia ed opportunità. Pur privilegiando i generi Reportage e Street Photography, amo sperimentarmi anche in altro: soggetti, locations, tecniche ogni volta diverse, in un’aperta ricerca di ogni aspetto della realtà che possa attrarre l’occhio ed emozionare, senza alcun cliche’ predeterminato. Propendo per il bianconero, netto e profondo, ma al colore, vivo e vivace, non ho mai rinunciato. A volte colgo l’attimo, a volte aspetto. Non ho sempre la macchina fotografica con me, la dimentico anche per mesi: ho imparato così a “vedere” una fotografia e a rinunciare a scattarla, una sensazione bellissima. Le mie idee fotografiche principali, “anitya”, “fantas(m)ie”, “NEROcomeNEVE”, “marEmosso”, “inOltre”, rappresentano la mia strada artistica e umana fin qui. Sono state e sono tuttora in mostre personali e rassegne collettive, sia in Italia che all’estero. Nel 2017 “marEmosso” è stata invitata in Francia: in marzo alla 22eme Exposition d’Art Contemporain d’Avignon, in luglio nel circuito Voies Off a Les Réncontres de la Photographie d’Arles. “Anitya” è stata esposta più volte negli ultimi anni in Italia: nell’ottobre 2017 alla rassegna “Fotoreportage, esistenze, resistenze e geografie umane” dell’AFI Archivio Fotografico Italiano, nel febbraio 2018 a Bologna, vincitrice del Closer di Witness Journal, in marzo e luglio ai Festival FIOF di Orvieto e Barletta. “inOltre” nell’aprile 2018 ha vinto al Premio Portfolio 2018 del Festival Europeo di Fotografia AFI, per essere pubblicata sulla rivista specialistica “Il Fotografo”.
Monica Bonacina - marEmosso
STEVE MCMENNAMY “ComboPhotos”
Stephen McMennamy vive ad Atlanta ed è in procinto di creare un'agenzia pubblicitaria che si concentra sullo sviluppo di contenuti a basso costo progettati per il piccolo schermo. Il suo hobby fotografico ha conquistato un forte successo su Instagram quando ha affinato una tecnica che chiama Combophotos. "Trovo ispirazione dal mondo in generale, ma trovo un pò di gioia in più quando catturo il design industriale inconsciamente preso in prestito dalla natura: finora sembra che ci sia un'infinita quantità di persone, luoghi e cose da combinare. Sarò fuori a caccia di tutto ciò su cui riesco a mettere le mani (con la fotocamera).”
STEVE MCMENNAMY - ComboPhotos
AURELIEN ERNST “AMORica Latina”

Appassionato di street art fin dalla più tenera età, Aurélien Ernst è un fotografo di 27 anni proveniente dal Lussemburgo, vive in Belgio. Ha fondato 8 anni fa SKAFF, un'etichetta specializzata nel fotografare l’umanità nel proprio ambiente. Per fare ciò, Aurélien, spazia tra la fotografia di strada, il ritratto e la fotografia documentaria. Lavora occasionalmente in Europa, dove tra altri lavori ha potuto documentare gli attacchi terroristici di Bruxelles nel 2016, ma il suo principale luogo di lavoro è il Sud America. Sin dal suo inizio, Aurélien Ernst ha fotografato centinaia di estranei, sempre con la stessa passione, desideroso di condividere il suo lavoro con le persone che sono intrigate dalla bellezza o dalla tristezza della vita quotidiana. Dal 2013, Aurélien Ernst ha viaggiato molto per diversi paesi del sud America per realizzare il suo progetto principale intitolato "AMORICA Latina". Dai villaggi caraibici di Cuba alle megalopoli brasiliane, l'aspetto umano rimane essenziale in questo approccio artistico. Rispetta l’ambiente quotidiano di queste popolazioni da cui emerge un’atmosfera autentica. Le serie di foto presentate a "Obiettivo Masaccio" fanno parte di questo progetto.
AURELIEN ERNST - AMORica Latina

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